Riser

Quando si acquista un arco, le variabili che possiamo considerare per la sua configurazione sono tante (attacchi, geometria, predisposizioni ai vari accessori, materiali, etc.) e tutte insieme formano un equilibrio.

Quasi tutte sono da valutare in funzione di altre. Per esempio, se acquisto un riser in legno difficilmente potrò usarlo per il tiro olimpico (non avrò tutte le predisposizioni necessarie). Ancora, se acquisto flettenti con attacchi particolari non è detto che potrò associare il riser che mi piace, e viceversa.

Una singola scelta, oltre che precludere può condizionarne altre. Se aumenti o diminuisci il brace height cambia lo spine dinamico della freccia, potresti dover cambiare la rigidità del bottone e, anche, settare meglio i dadi dell’attacco ilf per regolare il libbraggio con conseguente cambio di gittata e velocità in uscita della freccia.

Come sempre, non si può restituire un quadro esaustivo che racchiuda tutte le caratteristiche di un arco, le loro relazioni e come esse si condizionino vicendevolmente.

Quello che segue è una base per chi non ha esperienza perché possa rendersi conto della complessità di quello che definiamo “sistema arco-arciere”. In ogni modo ricordiamoci che ogni spostamento del valore di una variabile, sicuramente ne modificherà altre.

Come si sceglie un riser per arco ricurvo Take Down?

Si parte dal tipo o dai tipi di tiro che volete praticare con esso (targa, caccia, 3D, etc.) a cui seguono le scelte legate al gusto personale.

Ogni tipo di tiro ed ogni esigenza personale richiedono specifiche caratteristiche e dotazioni del riser.

Quali e quante sono queste possibili caratteristiche e dotazioni?

Partiamo da un elenco base.

1Attacchi flettentiIl tipo più diffuso (e standard) è l’ilf. Troviamo anche quelli della Gillo (compatibili ilf). Poi ci sono quelli della Bear Archery o degli arcai artigiani (dedicati). Infine gli archi scuola che hanno il classico bullone.Attacchi standard permettono di abbinare riser con flettenti di aziende diverse. Quelli proprietari vi vincolano al produttore per l’acquisto dei flettenti.
2GripLa mano può posare direttamente sul riser o può esserci una grip di materiale plastico o di legno che viene imbullonato e si interpone tra riser e mano.Su quelli in legno la mano posa direttamente sopra. Su quelli di metallo, generalmente, è prevista una grip.
3Tipo di Rest (appoggio per la freccia)Sono essenzialmente di tre tipi:  in plastica, magnetico e pelle/velcro.Quello in pelle o velcro si usa nell’arco tradizionale.
4Dimensionii riser prodotti industrialmente vanno da un minimo di 15” ad un massimo di 33”.La dimensione dipende dal proprio allungo, dalla lunghezza dei flettenti e dalle prestazioni complessive richieste.
5Materialigeneralmente possono essere in metallo, legno, carbonio, composti da più materiali (col legno possiamo trovare micarta, carbonio, inserti in metallo).Nelle competizioni il tipo di materiale vi può consentire di gareggiare in una categoria piuttosto che in un’altra. Altrimenti è solo un fatto di opportunità o gusto personale. Tra i limiti del riser di legno c’è la gestione del center shot.
6Geometriapossono essere deflessi, neutri o riflessi.Ne conseguono diverse prestazioni dell’arco e diversi gradi di difficoltà nella sua gestione. Il deflesso è più facile da gestire.
7Attacchi pesipredisposizioni per avvitare pesi destinati alla stabilizzazione, generalmente, dell’arco olimpico e nudo.Impiegati maggiormente nell’arco nudo e olimpico per tiro alla targa.
8Attacchi bilancieriPredisposizione per innestare stabilizzatori per il tiro olimpico.Strumenti accessori per il tiro olimpico.
9Attacchi faretre cacciaPredisposizione per avvitare direttamente sul riser le faretre da caccia.Hanno dei vantaggi durante le battute di caccia ma incrementano il peso dell’arco e ne alterano gli equilibri.
10Attacco mirinoPredisposizione per avvitare il mirino per il tiro olimpico.Il mirino è caratteristico della tipologia di tiro olimpico.
11Attacco bottoneUn pistoncino del quale si regolano la lunghezza (per definire il center shot) e l’elasticità. Ha la funzione di gestire la flessione della freccia in uscita.Utilizzato da chi tira con arco olimpico o arco nudo.
 Attacco ClickerPredisposizione (non necessaria perché si possono usare anche clicker adesivi) che aiuta l’arciere a rilasciare sempre con lo stesso allungo.Si usa nell’arco olimpico.

Tra le funzioni di un riser per ricurvo take down, elencate sopra, possiamo riconoscerne tre fondamentali:

  1. collegare strutturalmente i due flettenti;
  2. fornire il punto d’appoggio della mano (grip);
  3. fornire un appoggio alla freccia.

Il problema che emerge immediatamente è che non esiste un unico modo per connettere i flettenti al riser. Non esiste un’unica grip per tutte le mani. Non esiste un unico tipo di rest per reggere la freccia.

Alcune scelte sono obbligate per certi  tipi di competizione, altre sono determinate dalle scelte personali.

Esaminiamo le tre funzioni fondamentali.

-1) Tipo di collegamento tra i due flettenti.

Il tipo di attacco tra riser e flettenti non è unico. Alcuni sono standard altri sono specifici del costruttore.

Tra quelli standard c’è il più diffuso “ILF”. Poi ci sono attacchi che caratterizzano gli archi di blasonate aziende produttrici come la Gillo che con i suoi pocket offre compatibilità con flettenti ILF, oppure come la Bear Archery che presenta una tecnologia dedicata e non compatibile con altri standard. Quest’ultima situazione caratterizza quasi tutti i costruttori artigianali di archi. Negli archi scuola generalmente troviamo il classico bullone filettato.

Cosa cambia tra i diversi attacchi?

Non consideriamo la fase di tiro nella quale intervengono le percezioni soggettive. Invece, qualcosa cambia nelle operazioni di settaggio dell’arco. A titolo esemplificativo ricordiamo alcune caratteristiche che differenziano diversi tipi di attacco.

L’Ilf permette una minima rotazione dei flettenti per allineare correttamente la corda, una variazione di libbraggio dell’arco ed il settaggio dei tiller. Il pocket di Gillo, rispetto agli Ilf standard, permette di variare maggiormente il libbragio (c/a il 30%). Invece, quelli dei costruttori artigianali, in genere, non permettono variazioni.

A questo punto si può immaginare come, tra i problemi che gli attacchi diversi generano, il principale è l’incompatibilità tra prodotti di aziende diverse che adottano standard differenti.

Quale scegliere?

Se non avete altre preferenze come l’azienda specifica o il costruttore rinomato di archi artigianali, preferire l’attacco più utilizzato vi permette di scegliere più liberamente i flettenti sul mercato.

-2) Il punto d’appoggio della mano (grip).

La grip è un argomento specifico sull’arco che, più degli altri, vede nella componente soggettiva dell’arciere un peso importante.

A parte le considerazioni tecniche da manuale, diciamo subito che ognuno di noi ha una mano diversa, una struttura scheletrica del braccio diversa e delle sensazioni personali. Tutti elementi che condizionano il sistema arco-arciere. Solo noi possiamo “sentire” se una grip è giusta per noi.

Come cambia una grip?

I riser di legno industriali hanno la grip già sagomata, in genere abbastanza larga, e la mano vi si appoggia direttamente attraverso l’eminenza tenar. La grip larga dà la sensazione di poter gestire meglio l’arco. In realtà, a causa della sua larghezza, la superficie della mano che è a contatto con la grip è maggiore di quella necessaria. Maggiore è questa superficie e maggiori sono le forze che la mano trasmette all’arco (vibrazioni e micro movimenti) alterando l’equilibrio del sistema arco-arciere. Non a caso nel compound le grip sono strette. In ogni modo ognuno può scegliere sulla base delle proprie sensazioni.

Negli archi di legno artigianali il mastro arcaio vi segue nella sua modellazione fino a soddisfare la vostra esigenza.

Nei riser di metallo, quasi sempre la grip è di plastica o di legno e si imbullona allo stesso riser. Per i modelli più diffusi si trovano le grip da sostituire a quella in dotazione e, sulle quali, si possono apportare variazioni (levigarle, sagomarle, verniciarle) fino a raggiungere la sagoma che risponde alle vostre esigenze.

I compound sono una categoria a parte. Come già accennato, nel loro caso la grip è stretta.

La geometria della grip (vista di lato) può avere varie forme. La linea di appoggio della mano può avvicinarsi alla linea verticale (come negli archi storici) o può essere molto inclinata per diminuire l’angolo formato dalla mano con l’avambraccio e far fluire diversamente le forze nel sistema mano/avambraccio/braccio.

Altro dato importante è la distanza tra il punto di appoggio della freccia (sul rest) e il pivot point (quello della mano sul riser). Se è minimo è meglio perché anche il momento generato dalle forze sarà minimo. Il problema di maggiore o minore distanza è legato soprattutto ai materiali usati. Il metallo permette distanze ridotte. Con il legno non si ottengono gli stessi risultati.

Qual è la vostra grip? L’unico modo per scegliere è provare più soluzioni e confrontarle. Le percezioni soggettive sono la parte determinante nella scelta.

-3) L’ appoggio della freccia: il rest.

Escluso l’arco storico dove la freccia poggia sul dorso della mano ed il compound che permette l’uso di rest specifici, nell’arco ricurvo i rest si classificano in due tipi. Il primo consiste in due semplici tappetini (in pelle, velcro o plastica, tipici dell’arco ricurvo tradizionale) che servono ad evitare il contatto diretto della freccia con le pareti della finestra del riser. Uno è incollato sulla superficie orizzontale e l’altro su quella laterale. Dato che anche quello laterale non è regolabile (come un bottone di arco nudo o olimpico) una volta che iniziamo la sessione di tiro, difficilmente potremo apportare delle regolazioni.

Il secondo tipo di rest può essere in plastica fisso o in metallo mobile (per accompagnare la frecce in uscita). Quello in plastica (tipico negli archi scuola) non è regolabile. L’altro tipo offre una vasta gamma con diverse possibilità di regolazione.

Nell’arco nudo e olimpico il rest mobile si dà per scontato. Nel caso del ricurvo tradizionale (come già accennato) il rest non regolabile comporta delle considerazioni importanti. Se la configurazione della freccia (tra cui spine statico e dinamico) e dello spessore del tappetino laterale (anche per regolare il center shot) non sono corretti dall’inizio, avrete meno possibilità di intervenire sulle regolazioni durante la sessione di tiro. Ricordiamo che le possibilità di regolare il center shot nei riser di legno, generalmente, è limitata rispetto ai riser di metallo. A parte i vincoli delle competizioni, la scelta tra metallo e legno passa anche da queste caratteristiche.

Nel riser, oltre queste tre caratteristiche imprescindibili, ne abbiamo altre, per qualcuna delle quali è opportuno spendere qualche parola.

-4) Le dimensioni del riser.

Ripetiamo che quasi tutte le variabili formano insieme un equilibrio. Ne sposti una e ne modifichi, automaticamente, altre.

Anche se all’atto pratico per un arciere medio molte variazioni sono poco percettibili, è importante comprendere le relazioni tra forze, variabili e quant’altro, in modo da “sentire” il proprio arco e intervenire per correggere, almeno, i difetti grossolani di settaggio.

Sappiamo che la lunghezza dell’arco sarà data dalla somma di quelle del riser e dei flettenti.

I flettenti sono,generalmente, di tre misure: corto, medio, lungo.

Per i riser si parte dai 15” e si arriva fino ai 33” (quest’ultimi sono prodotti dalla Gillo).

Un istruttore di tiro alla targa (Fitarco) ha dei criteri noti per dimensionare l’arco di un arciere. Lo fa in funzione dell’allungo e della statura. Se allunga 29” l’arco sarà, probabilmente, di 70” con un riser da 25” e con dei flettenti lunghi.

Un arciere cacciatore segue criteri diversi. Per un allungo sempre da 29” l’arco sarà, probabilmente, da 64”.

Come mai questa discrepanza con gli arcieri da targa?

Tra le diverse motivazioni la prima è “burocratica”. Per alcune federazioni e per alcuni tipi di tiro, 64” di arco è il limite massimo per partecipare.

Poi, è evidente una maggiore praticità di gestione nel bosco.

Tra i contro riportiamo il principale. Per lo stesso arciere (e, quindi, per lo stesso allungo) due archi di lunghezza diversa determinano una differenza importante per la mano che tende la corda. Cambia la geometria (l’angolo) della corda in ancoraggio. Questo angolo, misurato in corrispondenza dell’incocco, è minore se l’arco è più corto. Cambia la distribuzioni dei carichi e delle tensioni sulle tre dita che agganciano la corda. L’anulare soffre di più.

Ora, ragioniamo sull’arco “da caccia”, con i suoi 64”, per capire cosa cambia al variare delle dimensioni di riser/flettenti. In questo modo possiamo comprendere motivazioni e scelte dei cacciatori.

La misura di 64” si può ottenere combinando tre diverse dimensioni di riser e flettenti.

 (limbs) corti(limbs) medi(limbs) lunghi
(riser) 17”58“60“62“
(riser)19”60“62“64” ****
(riser)21”62“64” ****66“
(riser)23”64” ****66“68“
(riser)25”66“68“70”

La lunghezza finale è identica in tutti e tre i casi. Quindi sono identici anche dal punto di vista delle prestazioni e dell’equilibrio dell’arco? La risposta è ovvia: cambia qualcosa. Che cosa?

Una risposta sintetica ed immediata è la seguente:

COMBINAZIONE RISER-LIMBSPROPRIETÀ ARCO
Riser lungo + flettenti cortipiù veloce, meno stabile, trazione meno progressiva
Riser corto + flettenti lunghimeno veloce, più stabile, trazione progressiva

Un altro dato che varia è la potenza dell’arco. Il libbraggio dei flettenti che viene garantito dai costruttori, è misurato su un allungo di 28″ e con un riser da 25″. Se prendiamo un riser più piccolo, dobbiamo sapere che ad ogni pollice in meno del riser corrisponde, circa, una libbra in più nell’arco. Pertanto, se vi orientate verso dei riser più piccoli sappiate che il vostro arco aumenterà la sua potenza rispetto a quanto dichiarato sui flettenti.

-5) Il materiale.

In funzione dei materiali usati esistono svariate possibilità di scelta per un arciere esigente.

Si usano: il legno, il bambù, la micarta, il legno lamellare, il nylon, il carbonio, le leghe di metallo, l’alluminio (anodizzato, il 6082 o qualità inferiori). Esistono anche le combinazioni di materiali (come legno e carbonio).

Non è facile classificare i riser in funzione dei materiali. A parte le esigenze dettate dal tipo di tiro, c’è chi cerca la durata e la stabilità (alluminio), chi vuole la leggerezza (carbonio), chi vuole sentire il materiale naturale e caldo (legno). Ma sono valutazioni di massima e non sempre rispecchianti la verità, dato che i materiali si evolvono quotidianamente. Dopo aver acquisito un po’ di tecnica allora sarà il momento di provarne diversi tipi e sentire quello che vi piace.

-6) Geometria: deflessi, neutri, riflessi.

Per capire cosa significhino queste tre parole per un arciere dobbiamo tenere presente tre punti fondamentali dell’arco: il pivot point e i due punti di contatto tra i flettenti e il riser. Nel pivot point misuriamo il brace, nei punti di attacco misuriamo i tiller. A seconda di come si rapportano tra di loro i tre punti avremo le tre situazioni in oggetto (immaginiamo l’arco visto di lato).

1) Se il brace è uguale ai tiller allora i tre punti sono sulla stessa linea e l’arco si definisce NEUTRO o dritto.

2) Se il brace è maggiore dei tiller l’arco ha la massima stabilità ma meno velocità (perché ha meno power stroke). L’arco si definisce DEFLESSO.

3) Se il brace è minore dei tiller l’arco ha una bassa stabilità che deve essere gestita molto bene dall’arciere ma ha maggiore velocità. L’arco si definisce RIFLESSO.

Per fare un esempio banale, immaginiamo di avere un semicerchio di metallo (il classico manico di un secchio). Posiamolo su un dito in corrispondenza del centro del semicerchio. La posizione più naturale e più stabile vede gli estremi del manico rivolti verso il basso. E la forma rimane facilmente in equilibrio. Se volessimo mantenere il suo equilibrio rivolgendo gli estremi verso l’alto allora le cose si complicherebbero molto. Per analogia, immaginiamo che al punto medio del semicerchio corrisponda il pivot point e che ai due punti estremi corrispondano quelli di contatto tra riser e limbs. Possiamo comprendere come gli equilibri siano diversi. Infatti, i riser dei ricurvi da caccia sono spesso deflessi per garantire maggiore stabilità in condizioni di equilibrio non sempre ottimali per il cacciatore.

Diventa chiaro che la forma del nostro riser dipenderà dalle nostre capacità e considerazioni (chi privilegerà la stabilità e chi preferirà cimentarsi con le difficoltà).

Non dimentichiamo un’altra conseguenza nello scegliere una forma o l’altra. Sappiamo che l’allungo  AMO dell’arciere è la distanza tra  il pivot point e l’incocco della freccia. Nel RIFLESSO il pivot point è arretrato. Dato che l’allungo rimane costante la conseguenza è che, insieme al pivot point, arretra anche la cocca, si incrementa la trazione e la tensione nei flettenti ed aumenta di libbraggio complessivo.